domenica 19 novembre 2023

Dobbiamo fare di più, da subito.

 

Per sradicare la tossica cultura patriarcale del possesso e del controllo sul corpo e sulla vita delle donne bisogna partire dall’educazione al rispetto e all’affettività in tutti i cicli scolastici.

Su questo mettiamo da parte lo scontro politico e facciamo fare un salto in avanti al Paese.
Dobbiamo fare di più, da subito.

sabato 18 novembre 2023

Ora basta. La cultura tossica del patriarcato e della sopraffazione ha attecchito anche nei più giovani. Se non ci occuperemo di educazione al rispetto e all’affettività sin dalle scuole non fermeremo mai questa mattanza.

 Ci stringiamo al dolore inimmaginabile della famiglia e degli affetti di Giulia Cecchettin.

Un tragico ed efferato femminicidio, una vita strappata con violenza dal suo assassino, che speriamo sia trovato al più presto per risponderne davanti alla giustizia.
Ma perché sia fatta davvero giustizia, per Giulia Cecchettin e per tutte le altre donne uccise dalla violenza maschile, questo non basta. E non bastano il dolore e l’indignazione. Non possiamo continuare ad assistere giorno dopo giorno a questa strage.
Ora basta. La cultura tossica del patriarcato e della sopraffazione ha attecchito anche nei più giovani. Se non ci occuperemo di educazione al rispetto e all’affettività sin dalle scuole non fermeremo mai questa mattanza. E non basterà mai aumentare solo leggi e punizioni che intervengono dopo le violenze già compiute: serve l’educazione, serve la consapevolezza.
Se non si agisce già a partire dalle scuole e nella cultura per sradicare l’idea violenta e criminale del controllo e del possesso sul corpo e sulla vita delle donne, sarà sempre troppo tardi.
È in gioco uno dei fondamenti della convivenza sociale. E serve un’azione che veda l’impegno concreto di tutte e tutti.
Nei mesi scorsi e anche negli ultimi giorni, dopo le parole di Paola Cortellesi, mi sono rivolta alla Presidente del Consiglio Meloni, e pure oggi dico: almeno sul contrasto a questa mattanza di donne e di ragazze, lasciamo da parte lo scontro politico e proviamo a far fare un passo avanti al Paese. Non basta la repressione se non si fa prevenzione. Approviamo subito in Parlamento una legge che introduca l’educazione al rispetto e all’affettività in tutte le scuole d’Italia.
Mi rivolgo anche alle altre forze politiche, la politica su questo non si riduca a dichiarazioni e riti ripetuti. Possiamo e dobbiamo fare di più.
Dobbiamo fermare questa spirale di violenza, ci riguarda tutte e tutti. E riguarda anzitutto gli uomini, perché non può essere un grido e un impegno solo delle donne in lotta per la propria libertà. Il problema della violenza di genere è un problema maschile. Serve consapevolezza per sradicare la cultura patriarcale di cui è imbevuta la nostra società.
Giulia Cecchettin avrebbe dovuto laurearsi due giorni fa, le è stato impedito, le è stato violentemente strappato via il futuro. È profondamente ingiusto, e finché le donne saranno meno libere non esisterà vera libertà in questo Paese.
Elly Schlein


Elly Schlein su salario minimo e governo

 

giovedì 16 novembre 2023

Oggi con Taghi Rahmani, giornalista e attivista iraniano, marito di Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace

 

Oggi con Taghi Rahmani, giornalista e attivista iraniano, marito di Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace tutt’ora imprigionata dal regime di Teheran che dal 6 novembre ha iniziato lo sciopero della fame.

Taghi Rahmani, ora in esilio, ha passato un terzo della sua vita in carcere: la sua colpa è aver denunciato alla stampa internazionale le ripetute violazioni dei diritti umani in Iran, prendendo parte ai movimenti e alle manifestazioni per i diritti delle donne.

“Donna, vita, libertà” continua a essere anche il grido del Partito Democratico, al fianco di Narges e Taghi e di tutti coloro che si battono per i diritti, per la democrazia, per la libertà.


lunedì 6 novembre 2023

Giorgia Meloni e “la madre di tutte le riforme”

Giorgia Meloni ha avuto il coraggio di chiamare il suo pasticcio costituzionale “la madre di tutte le riforme”, mentre tradisce per prime le madri e i padri di questo Paese nella legge di bilancio: aumenta le tasse su pannolini, seggiolini e assorbenti, non investe sugli asili nido, dimentica la scuola, taglia sulla sanità e sulle disabilità, non mette un euro sulle persone non autosufficienti. Così si aggrava il carico di cura sulle famiglie che pesa soprattutto sulle donne, tenendole a freno nel lavoro e nell’impresa.

Una manovra che è un capolavoro di iniquità perché riesce a colpire tutte le generazioni: le più anziane perché fa cassa sulla sanità e sulle pensioni dei dipendenti pubblici e delle donne, le nuove generazioni perché mancano completamente il diritto allo studio, il diritto alla casa, il clima, il trasporto pubblico e il salario minimo.

Insomma, una manovra senza futuro. Con il taglio del cuneo, la riforma fiscale e ora pure gli sgravi per le lavoratrici con figli che durano solo il tempo di scavalcare le europee.

E come un fumogeno buttano fuori proprio adesso - che caso! - una riforma costituzionale pasticciata e pericolosa per distogliere l’attenzione da una manovra che sbugiarda la loro propaganda elettorale e non dà risposte al Paese.

Non glielo permetteremo, daremo battaglia in Parlamento e fuori, a cominciare dall’11 novembre in Piazza del Popolo a Roma.

Vi aspettiamo!